Prendere una posizione.
Quale spazio ha la musica per definire una posizione rispetto ai fatti del Mondo? E quale responsabilità ha nella costruzione di narrazioni emotive capaci di raccontare il sentimento che gli artisti provano nel relazionarsi ai fatti che la comunita'umana si trova ad affrontare?
Domande che poste in una prospettiva laterale, da cui la musica di questo lavoro scaturisce, bruciano di un' attualita' inquisitoria e urgente.
Perche'e'chiaro che dalla lontananza da cui possiamo guardare un conflitto, i contorni delle vittime siano sfumati e indefiniti. Che se anche le ragioni ci appaiono chiare e la storia che si e' sviluppata inesorabilmente verso il punto che osserviamo, ineluttabile, ci manca l'insieme dei sensi che costruiscono la memoria. Per noi, da qui diventa letteratura. Letteratura militante forse, ma pur sempre letteratura. Proviamo ad immaginare cosa voglia dire vedere i corpi dei propri famigliari andare in pezzi, sentire l'odore del sangue e delle feci, cosa voglia dire crescere facendo la fila per il cibo in un campo profughi, cosa significhi morire di fame e freddo prima ancora di aver iniziato a camminare.
Questo sforzo di immaginazione rende la musica un teatro, in cui gli attori devono dare fondo a tutte le loro esperienze per riuscire a descrivere queste scene, in un luogo sicuro che in questo caso e'il teatro osceno e oscuro chiamato Gaza.
Gaza.
La citta'con piu'alta densita'abitativa al Mondo, luogo dell'estrema resistenza Palestinese da sempre.
Darwish spende parole di rispetto per questo luogo, simbolo dell'inarrestabile necessita'di esistenza di un popolo:
"[...] Gaza non si vanta delle sue armi, né del suo spirito rivoluzionario, né del suo bilancio.
Lei offre la sua pellaccia dura, agisce di spontanea volontà e offre il suo sangue.
Gaza non è un fine oratore, non ha gola.
E’ la sua pelle a parlare attraverso il sangue, il sudore, le fiamme.
Per questo, il nemico la odia fino alla morte, la teme fino al punto di commettere crimini e cerca di affogarla nel mare, nel deserto, nel sangue.
Per questo, gli amici e i suoi cari la amano con un pudore che sfiora quasi la gelosia e talvolta la paura, perché Gaza è barbara lezione e luminoso esempio sia per i nemici che per gli amici. [...] “
Una prigione da 40 anni. Check point, vessazioni, attacchi alla popolazione civile hanno trasformato questo luogo in un enclave pieno di fanatismo e disperazione.
Raccontare il mostro che ogni palestinese si porta dentro non e' facile, ma in qualche modo e' l'unico modo per essere credibili in questa storia. Sono mostri quelli che si affrontano...solo che uno e' di una ferocia inumana. E distrugge, mangia, stupra e annienta un popolo. E Gaza contro ogni pronostico, resiste. Ancora e'capace di generare solidarieta', anche dopo il 7 ottobre, la disparita' di ferocia e' talmente evidente, che ovunque nel Mondo si chiede la salvezza, e di fermare quello che per definizione non puo'dirsi altro che un Genocidio.
E allora gli attori di questa musica scavano nelle polveri delle macerie, nelle emozioni dei bambini, i ritmi descrivono scenari oscuri, la voce del sassofoni la lacerante urgenza del canto. Un canto di lotta che viene raccolto e custodito.
Crediamo che prendere parte sia sempre necessario.
L'arte e la musica non possono essere soggiogate dalle necessita'del capitalismo di valutare pro e contro economico di una parola, di un suono, di un immagine.
E questa musica da, a questo luogo sicuro, la sensazione conturbante che nessun posto sia sicuro realmente, finche'non sconfiggeremo il mostro che vive dentro ognuno di noi.
Marco Colonna
LA MUSICA è GRATIS, MA VI INVITIAMO A SUPPORTARE LA RACCOLTA FONDI PER GAZA per
"Associazione Amici Della Mezza Luna Rossa Palestina"
LE VOSTRE OFFERTE POSSONO ESSERE VERSATE IN TRE MODALITA’:
1- BOLLETTINO di conto corrente postale n. 62237201 intestato alla:
Associazione Amici della Mezza Luna Rossa Palestinese, con la causale “SOS GAZA”
2- Postagiro online dal proprio conto Bancoposta al conto Bancoposta n. 62237201
3- Bonifico bancario, dalla propria banca, specificando il codice IBAN:
IT69 D076 0103 2000 0006 2237 201
Costruire un villaggio. La materia principale per costruire un villaggio non è il fango o la pietra, la roccia o il legno, ma lo spirito che crea le relazione fra i suoi singoli abitanti.
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